Il reggisella

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I reggisella si dividono in due macrotipologie in base alla loro applicazione:

1)      quella che viene inserito all’interno del tubo piantone del telaio e che viene fissato in posizione per mezzo di un collarino che stringe il piantone stesso racchiudendo il reggisella come in una morsa

2)     quella che viene montato abbracciando il tubo piantone del telaio dall’esterno e che viene fissato a questo per mezzo di un collarino solidale con il reggisella stesso chiudendo il tubo piantone come in una morsa.

A parte la tipologia di montaggio e il loro sistema di bloccaggio, la conformazione di tutti i reggisella è uguale, cambiano solamente i diametri di calettamento ed i punti di applicazione della forza di serraggio al telaio che nel primo viene applicata al telaio stesso e nel secondo viene applicata al reggisella.

questo componente viene anche chiamato Cannotto sella ed è un tubo che inserendosi da un lato nel tubo piantone del telaio, trattenuto in posizione corretta da una fascetta che stringe la parte finale del piantone serrandolo come in una morsa, dall’altro permette tramite un morsetto opportunamente conformato di trattenere la sella con un corretto posizionamento antero-posteriore e di inclinazione.

Di fatto è un tubo di lunghezza variabile fra 250 mm (dimensione standard per biciclette da corsa) e 400 mm (resi necessari da mountain bike dalla geometria slooping più estrema) composto dai materiali più vari, e con diametri standard che dipendono dal diametro del tubo verticale del telaio.

Contrariamente a quanto si pensi, dal momento che lavora sempre con carichi che variano direzione in ogni fase della pedalata che lo sollecitano a flessione alternata, questo componente è uno dei più sollecitati della bicicletta e richiede di essere costantemente monitorato alla ricerca di eventuali fessurazioni che potrebbero causarne la rottura con conseguenze davvero spiacevoli per il ciclista.

Vediamo nel seguito le sue caratteristiche principali.

Diametro
Il diametro standard del reggisella è variato nei periodi storici della bicicletta in funzione dei diametri dei tubi piantoni che nel corso degli anni si sono utilizzati nella costruzione dei telai delle biciclette.

Quello ad oggi considerato standard per il reggisella di tipo tradizionale è di 27.2 mm ma sempre più spesso si incontrano diametri maggiori, di solito però, sempre a scatti ben definiti; ad oggi i diametri maggiori di 27.2 mm in uso sono: 30.9 mm, e 31,6. Per telai specifici, molto raramente, sono richieste dimensioni e forme diverse ed allora vengono forniti direttamente con il Kit telaio o come ricambio dal costruttore del telaio stesso.

Nel passato i diametri del reggisella erano inferiori a 27,2 mm raggiungendo anche i 25 mm.

Vista questa variabilità del diametro, al momento dell’acquisto di questo componente, è necessario avere le idee ben chiare del diametro richiesto anche perché un reggisella per lavorare bene, deve avere il diametro esterno uguale al diametro interno del piantone del telaio o, al massimo, 2 decimi di millimetro inferiore.

Per quanto riguarda i reggisella esterni, il diametro standard commerciale è 34,9 mm che corrisponde al diametro esterno più diffuso nei piantoni dei telai in carbonio.
Materiali

I modelli più economici sono costruiti con tubo di acciaio; mentre il tubo di alluminio anodizzato o verniciato di vari colori è riservato alla maggior parte dei reggisella di media e alta gamma anche se si incontrano, nella fascia media, anche costruiti in carbonio.

Alla quasi totalità dei reggisella di alta ed altissima gamma è riservato il carbonio, solitamente con costruzione monoscocca (in un pezzo unico ottenuto per stampaggio sotto vuoto), con rare eccezioni in alluminio o titanio.

Ovviamente la differenza fra i vari livelli di gamma viene evidenziata principalmente dal peso del componente che se di gamma alta o altissima raggiunge pesi molto inferiori a quelli di bassa gamma (anche del 50%); parallelamente il costo aumenta in modo esponenziale visti i costi delle lavorazioni necessarie per produrlo e della qualità dei materiali impiegati (leghe aereonautiche o carbonio ad altissimo modulo).

E’ difficile capire il comportamento di questo componente durante il suo uso ma indicativamente reggisella in carbonio, grazie alla sua anisotropia, e in titanio grazie al suo modulo elastico, disperdono le vibrazioni provenienti dal fondo stradale maggiormente di quelli costruiti in alluminio, rendendo di fatto più confortevole la pedalata.

A favore della costruzione dei reggisella in carbonio c’è anche il peso che raggiunge livelli inferiori rispetto quelli costruiti con altri materiali, ma per contro, c’è una difficoltà di montaggio che, se eseguito scorrettamente può portare anche alla rottura dl componente stesso (Si rimanda alla sezione manutenzione per il suo montaggio corretto).

Il morsetto

Viste le varie forme che può assumere, è la parte del reggisella che veramente caratterizza il reggisella; I vari produttori si scatenano nello studio di questo componente per renderlo più efficace ed accattivante esteticamente. Il suo compito è quello di trattenere la sella in una posizione ben definita con la corretta escursione antero –posteriore e con una inclinazione corretta per la dinamica di pedalata del ciclista. Per svolgere il suo compito, nella sua forma più classica è costituito da un supporto a mezza luna, che permette l’inclinazione della sella, sul quale sono montati due semigusci che bloccano il carrello del telaio della sella per mezzo di viti che con la loro azione bloccano contemporaneamente inclinazione ed escursione della sella.

I morsetti possono essere:

1) con bloccaggio a vite unica che viene adottata soprattutto per risparmiare sul peso, ma che richiede attenzione nel suo fissaggio visto che con una vite unica blocca tutte le regolazioni della sella.

2) a due viti poste in asse con la sella nel quale la vite posteriore serve a bloccare la sella mentre l’anteriore svolge il compito di trattenere la sella con l’inclinazione corretta

3) a due viti posti perpendicolarmente alla sella che di fatto agisce come la prima soluzione, ma permette di sopportare sollecitazioni maggiori rispetto alla prima soluzione.

Altre differenze per il morsetto sono dovute a:

1) Materiali di costruzione che può essere alluminio o carbonio o per i reggisella più economici acciaio

2) Sistema di fissaggio al tubo che può essere per incollaggio, integrato nel tubo in carbonio monoscocca, o fissato al reggisella sotto forma di fascetta in acciaio nei reggisella economici o vintage

3) Tecnica di costruzione che può essere per pressofusione di alluminio, per fresatura dal pieno di alluminio di alta qualità per mezzo di macchine a controllo numerico (la lavorazione più pregiata e sofisticata che permette di ottenere un pezzo senza difetti interni), monoscocca di carbonio, per stampaggio di acciaio nei più economici.

4) configurazione che può essere coassiale al tubo o con arretramento in funzione delle scelte telaistiche osservate durante la scelta del telaio.

5 pensieri su “Il reggisella

  1. buongiorno.
    può indicarmi qualche modello che, garantendo la necessaria robustezza, contribuisca realmente alla riduzione delle vibrazioni?
    io ho cercato nel web, ma non ho trovato notizie chiare (almeno per me).
    tra l’altro, non ho capito se la riduzione delle vibrazioni – promessa da questo o quel produttore – sia da prendere sul serio, o se invece si tratti di un’operazione di marketing destinata ai “creduloni”.
    grazie.

    • Buongiorno.

      Scusandomi se ti ho risposto in ritardo, ti ringrazio del coinvolgimento e della fiducia che mi dai, ma voglio comunque precisare che quelle che esprimerò di seguito SONO OPINIONI PERSONALI scaturite dalla mia esperienza di cicloamatore/meccanico amatoriale e NON sono frutto di ricerche scientifiche e mediche e quindi come tali sono da considerare: come una ulteriore voce nella moltitudine di pareri che si possono percepire nella rete.

      La mia esperienza mi insegna che certamente i reggisella ammortizzati non fanno miracoli a meno che non parliamo di reggisella tipo il CANE CREEK THUNBUSTER il quale ha un sistema di elastomeri molto simile ad una forcella ammortizzata che, per contro, è decisamente brutto e pesante.

      Sicuramente la risposta alla tua domanda è piuttosto complessa ed articolata in quanto prevede la conoscenza di alcuni dati che non hai indicato come ad esempio per che tipo bicicletta, per quale uso, per risolvere quale tipo di problema ecc.

      Per quanto possibile, cercherò comunque di risponderti per linee generali senza esprimermi su marchi in quanto a mio avviso sono abbastanza ininfluenti.

      Premesso che qualsiasi prodotto di primarie marche è adeguatamente robusto dovendo rispondere a ben precisi limiti di collaudo è necessario sopratutto definire cosa si intende quando si parla di vibrazioni.

      Le vibrazioni che assoggettano la seduta in bicicletta sono di due tipologie: quelle ad alta frequenza generate dal rotolamento delle ruote sulle asperità del fondo stradale e quelle a bassa frequenza e decisamente più intense generate da impatti dovuti a fondi sconnessi che si incontrano in percorsi in strada e fuori strada e/o salti e asperità.

      Denominatore comune di tutte queste vibrazione è che si trasmettono lungo il tubo piantone della bicicletta e finiscono sul nostro fondoschiena generando nel caso di vibrazioni ad alta frequenza formicolii alla schiena e, nel secondo caso vere e proprie algie sempre alla parte lombare del rachide.

      Tutto dipende anche cosa noi ci aspettiamo dal reggisella. Se ci aspettiamo di non sentire più nessun fastidio niente è utile a parte una bella biammortizzata 🙂 ; analogamente se ci aspettiamo che il reggisella non ci faccia più sentire male al fondoschiena anche li probabilmente non otterremo risultato perchè probabilmente il problema sta nella sella. La mia esperienza dice che per ridurre vibrazioni ed impatti sul fondoschiesa, soprattutto per biciclette da strada o da Cx (che non hanno sospensioni) conta principalmente la geometria della bicicletta, prediligendo carri postriori più lunghi, angoli del piantone leggermente più inclinati (ovviamente nei limiti concessi dalla lunghezza dei femori) e reggisella con attacco sella arretrato anzichè in linea. Un esempio: Io ho tre ernie al disco ed ho trovato sollievo facendomi costruire un telaio da strada in acciaio con il carro posteriore più lungo di 5 mm rispetto al precedente e con un angolo del tubo piantone di 73 gradi, circa 1.5 gradi più sdraiata rispetto ad una bicicletta commerciale della mia misura e molto vicino a quelle di una MTB.

      Ma veniamo a noi ed al reggisella: per le vibrazioni ad alta frequenza indicativamente già il fatto di avere un reggisella in carbonio è sufficiente in quanto sfruttando l’anisotropia del materiale le vibrazioni vengono disperse lungo le direttrici della varie fibre di carbonio che compongono il canotto.

      Per quanto riguarda le vibrazioni a bassa frequenza che, non essendo il carbonio in grado di assorbire perchè di ampiezza maggiore, arrivano ancora alla nostra schiena, aiutano i vari reggisella, con elastomeri tipo SPECIALIZED CG-R CARBON, o Ergon CF3 Pro Setback Carbon con una forma disarticolata, i quali con la loro conformazione dissipano maggiormente questo tipo di vibrazioni. Intendiamoci i miracoli non li fanno nemmeno loro ma migliorano la situazione.
      NOTA: ho inserito questi due nomi di reggisella, non a fini commrciali, ma semplicemente fra quelli che conosco sono quelli che esteticamente mi piacciono maggiormente.

      Io personalmente ritengo che queste siano comunque soluzioni che lasciano il tempo che trovano in quanto niente possono fare se stiamo pedalando su di un telaio che è troppo rigido per le nostre capacità tecniche oppure è addirittura sbagliato come geometrie.

      Fermo restando le osservazioni che ho scritto sopra, un altro modo per migliorare la situazione è quello di utilizzare reggisella in titanio (decisamente più elastico di alluminio e carbonio) con diametro minore di quello che monti normalmente(fissandolo al tubo piantone con un adattatore). Le qualità elastiche del titanio unite al diametro del reggisella ridotto, già da soli potrebbero essere caratteristiche sufficienti per farti sentire meglio in sella….ma è tutto da provare.

      Come avrai notato nemmeno io ti ho dato certezze, (in quanto la materia è decisamente complessa e i reggisella di vario tipo possono migliorare la situazione solamente se parti da una posizione in sella corretta) ma spero comunque di avere aggiunto delle informazioni a quelle che avevi già ottenuto e che possano in qualche modo aiutarti a farti una idea tua che poi è la condizione migliore per fare scelte oculate.

      Un saluto

      Giuseppe

  2. buonasera.
    grazie per la risposta, che ho letto con interesse (come mi era già accaduto con altri post in questo sito).
    per completare il quadro, con le informazioni che non avevo inserito, la mia domanda riguarda una bdc in alluminio delle serie C2C di Bianchi, quindi potenzialmente più confortevole rispetto ai modelli racing della stessa Bianchi o di altri costruttori.
    il mio problema non riguarda la schiena (che anzi, da 2-3 anni, cioè da quando ho ripreso la bici, è migliorata rispetto a problemi che ho avuto negli anni precedenti), ma un fastidio diffuso provocato dalle vibrazioni e dalle sconnessioni del fondo stradale. in primo luogo alla zona soprasella, ma anche ai polsi e alle articolazioni delle spalle.
    mi si potrebbe obiettare che il fastidio lo provano in tanti. vero, ma la tollerabilità non è uguale per tutti.
    finora ho cercato di limitare i problemi abbassando la pressione dei copertoncini (intorno a 6 bar).
    da quello che scrivi, potrei avere un vantaggio da reggisella in carbonio o titanio, con diametro inferiore (il mio è 31.6). mi chiedo però se sia il caso di apportare questo tipo di modifiche, dato che il costruttore ha agito diversamente (nel caso di Bianchi, ad esempio, ho visto più di un modello, anche di fascia alta, con reggisella 31.6, pur in carbonio).
    in conclusione, mentre ci penso su, leggerò ancora qualcosa in questo tuo interessante sito.
    ciao.
    armando

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